Comportamenti sostenibili: cosa possiamo fare?

In ogni ora della propria giornata un uomo interagisce col mondo in cui vive, tramite le sue azioni e i suoi comportamenti, sfruttando quello che la natura mette a sua disposizione. Il risultato ha due facce: il benessere e l’inquinamento. Il primo è l’ effetto del miglioramento della tecnologia, intesa come bene al servizio dell’uomo, mentre il secondo è la logica conseguenza dei comportamenti antropici. Sfatiamo dunque un mito ricorrente nella dialettica odierna sui temi ambientali: l’ “impatto zero”, inteso come assenza del fattore inquinamento da parte dell’uomo. Purtroppo questo termine, tanto caro a politicanti e oratori senza dovuta preparazione, è una pura utopia. E lo è in virtù del profondo legame che ci lega al nostro pianeta.
Sostenibile infatti è quel comportamento che non mira all’utopia delle “emissioni zero”, bensì che cerca un equilibrio con l’ambiente ottimizzando i consumi, limitando gli sprechi e adattando il proprio stile di vita nell’ottica del rispetto ambientale.
Una definizione che pone quindi l’uomo come protagonista principale della salvaguardia ambientale. Da dove partire, direte voi? Come possiamo renderci utili al Pianeta, di fronte all’inquinamento orripilante causato da mostruose centrali a carbone o gigantesche raffinerie? La risposta sta sempre nei nostri comportamenti e nei piccoli gesti quotidiani: non sprecare l’acqua mentre ci laviamo i denti o facciamo la doccia, spegnere le lampade superflue, usare i piedi anziché continuamente l’automobile, comprare cibi provenienti da corto raggio. Questi sono alcuni modi, semplici esempi che posso aiutarci a comprendere quale sia il percorso giusto da seguire se si vuole vivere in sintonia col mondo che ci circonda. Certo, ognuno di noi rappresenta un granello di polvere, e ogni nostro comportamento un millesimo di granello. Ma è solo erigendo noi stessi in prima persona come fautori di un nuovo “patto” con l’ambiente, senza aspettare decisioni dall’alto, che potremo riuscire ad aiutare un mondo che sembra così tristemente malato. Solo capendo le nostre potenzialità potremo quindi prendere parte in modo responsabile al dibattito ecologico e ambientale. E, infine, solo prendendo coscienza dei nostri limiti, dell’impossibilità di non lasciare traccia delle nostre azioni, che saremo in grado di affrontare con serietà il problema della salvaguardia del nostro pianeta. Liberi da slogan e utopie. L’impatto zero, purtroppo, non esiste. Ma esiste qualcosa di molto più importante. La nostra coscienza.

Gianluca Carta

(27/01/2010)